L’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati lavora per favorire il dialogo tra giuristi, economisti, tecnologi, sociologi, imprese, esponenti politici, giornalisti e istituzioni sulle tematiche di diritto dei dati personali, della riservatezza e dell’informazione nella società digitale. L’attività di lobbying non rientra tra i nostri scopi né tra i nostri metodi, mentre siamo impegnati in battaglie di advocacy e di divulgazione.
La scelta di non ricevere finanziamenti pubblici ma solo privati, naturalmente, ci fa domandare spesso se siamo o meno indipendenti: la risposta è sì, siamo indipendenti, anche perché annoveriamo tra i nostri Sostenitori e Sponsor soggetti provenienti da mondi diversi, spesso in concorrenza tra loro o comunque portatori di idee e visioni differenti, e sarebbe logicamente – oltre che eticamente – impossibile “servire” e “rincorrere” tesi, pensieri, proposte contraddittorie. Non siamo neutrali, tuttavia, nel senso che prendiamo posizioni chiare su ogni problematica affrontata e abbiamo un approccio interpretativo di stampo liberale. Siamo aperti alla pratica del “not in my name“, che può essere chiesto in ogni momento da parte degli esperti dell’Istituto che non abbiano condiviso la posizione maggioritaria espressa in una nostra ricerca.
Conduciamo le nostre analisi e proponiamo le nostre soluzioni basandoci su questo principio: la protezione dei dati personali è un diritto fondamentale dell’essere umano. Senza privacy, tutela dei dati, dell’identità digitale, della libertà d’informazione, le persone non sono completamente in grado di informarsi, di lavorare, di partecipare al pubblico dibattito on line e off line. Vi sono, però, modi diversi per bilanciare questo diritto fondamentale con altre libertà e altri diritti e legittimi interessi: l’eccesso di protezione e di lacci burocratici, a discapito dell’equilibrio tra diritti, rischia di fare riuscire l’operazione perfettamente in astratto, ma in concreto può bloccare interi settori economici e sociali con pericolose ricadute in termini di libertà dei cittadini.
L’industria di Internet in particolare (service providers, motori di ricerca e altri operatori) ha una forte responsabilità nell’assicurare la privacy e la tutela dei dati dei propri utenti, senza tuttavia dover necessariamente rinunciare alla competitività di mercato. I Governi hanno il dovere di garantire la riservatezza dei loro cittadini, proteggendo adeguatamente anche le informazioni personali contenute negli archivi pubblici. I Governi non devono poter violare la privacy dei cittadini senza giusti motivi, massima trasparenza e attenti processi di controllo.
Siamo un Istituto italiano ma crediamo che il diritto alla privacy e alla tutela dei dati possa essere garantito maggiormente solo attraverso la stretta collaborazione di tutti i cittadini dell’Unione Europea, affinché i Governi e le imprese siano effettivamente responsabilizzati e controllati su queste tematiche. Perciò cooperiamo attivamente con le persone e le organizzazioni europee che condividono la nostra missione e i nostri principi.
Tali finalità vengono sviluppate anche mediante un’intensa attività di studio che consenta nel tempo di produrre, pubblicare e divulgare analisi, ricerche, documenti sulle problematiche privacy più rilevanti per il corretto svolgersi delle differenti iniziative economiche, imprenditoriali, istituzionali e professionali in genere.
La sfida per un fiorente mercato di conoscenze e informazioni si potrà vincere soltanto coniugando insieme le libertà economiche di scambio e le protezioni dei diritti fondamentali di nuova generazione.